mercoledì 5 giugno 2013

Andare nel vuoto

Il viaggio verso la propria guarigione avviene dunque entrando sempre di più dentro se stessi, nel vuoto che abbiamo cercato di riempire con ciò che, ora, ci sta facendo del male.

Riconoscere che è stato il vuoto a portarci a questo punto è il passo fondamentale, anche se non si tratta, come spesso diciamo, di incolparci, anzi... il rendersi conto di questo vuoto e della spinta irrazionale e in qualche modo autodistruttiva è il primo passo per capire che in quella situazione non potevamo fare proprio altrimenti ed anzi abbiamo fatto qualcosa di grande perché non ci siamo lasciati prendere totalmente da quel vuoto stesso, altrimenti non saremmo qui a scrivere (o a leggere).

Certo, fanno rabbia, rimpianto, tristezza, tutti gli anni, i soldi le energie sprecate a riempire questo vuoto facendo scelte del tutto inadatte al nostro vero io. Ma questo è quel che c'è ora e se anche c'è voluto un quarto di secolo o più per arrivarci pazienza, questo è quello che si ha.

Più il viaggio è stato lungo più abbiamo accumulato sapere, compassione verso noi stessi e gli altri. Il vuoto è solo concettuale, perché in realtà il vuoto nasce dalla nostra armatura che abbiamo indossato per andare a fare la guerra nel mondo esterno. Per imporre la nostra guerra alle persone attorno a noi.

Questa armatura è ciò che ci ha salvato, forse, in altre vite, da piccoli... forse... ma ora non serve. La possiamo togliere. Ma per toglierla ci vuole il coraggio di dire che questa armatura è ciò che ci ha portato qui, nel bene e nel male. Chiedere scusa, curare chi abbiamo fatto soffrire e chi ha sofferto per altre persone con questa stessa armatura.

Riempire questo vuoto con ciò che abbiamo negato a noi stessi e anche agli altri: la compassione.

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