domenica 2 giugno 2013

Piegare la mente

Sebbene non sia una pratica ortodossa credo che l'esercizio mentale, specie in aree "difficili", sia costruttivo. Per esempio se una persona è dipendente dall'alcool certamente gli servirà tenersi lontano dalla bottiglia, e questo è piegare il corpo, ma andrebbe anche considerato cosa l'ha spinto a cercare la bottiglia, e questo è piegare la mente.

Una persona dipendente dal sesso, dalla pornografia o dalla prostituzione avrà certamente un'idea della donna da riconsiderare, ed allora non basta l'astinenza, anzi, a volte l'astinenza poi è solo un periodo di "carica" dopo il quale la dipendenza arriva più violenta e pervasiva.

Non serve a molto essere lontani fisicamente se, mentre si è lontani, non si lavora sui motivi, sui passaggi illogici che la mente usa per cadere in quei pattern autolesionistici.

Dico che non è ortodossa perché da un certo punto di vista spirituale non c'è nulla da piegare, in realtà la mente può anche desiderare un bicchiere o una donna a pagamento ma è la consapevolezza del desiderio a non metterlo in pratica. Ossia io osservo il desiderio ma non lo metto in pratica.

L'osservazione del desiderio gli toglie energia.

Questo è facile da dire, ma non tanto semplice da fare. E' possibile che all'inizio ci voglia proprio un periodo di volontà in cui la consapevolezza viene aiutata da una volontà di riuscire. Ma questo è possibile solo se si ha la certezza che quel pattern precedente ha causato danni... e questo è possibile solo se si è fatto un percorso di autoosservazione in cui si vede il danno che ha causato il seguire quel desiderio nel passato.


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