Nell'immagine dentro lo specchio ci sono io, nel mondo che vedono i miei occhi sono sempre io che guardo e quindi il mondo lo vedo attraverso ciò che ho visto prima, ciò che pensavo fosse giusto.
"Cieli nuovi e terra nuova" vengono promessi.
Ma questi cieli sono questi, in realtà la guarigione dona occhi nuovi e tramite questi occhi nuovi si vedono anche cieli e terra nuovi.
Non è l'esterno che cambia, ma sono io, finisco di proiettare la mia incompiutezza e mi vedo completo.
Finisco di proiettare la mia guerra e vedrò pace.
Finisco di proiettare il mio vuoto e vedrò la casa che ho sempre cercato.
Ma per arrivare a questo c'è un attimo di indifesa, l'armatura va tolta e per poco, anche solo un giorno,un mese, un anno (il tempo poi è inesistente) io sarò indifeso, vulnerabile, così credo, agli attacchi.
E' un atto di fede, purtroppo. Non c'è altro che possa cambiare la mia percezione se non un atto di fede e la volontà di farlo. Provo a dare una scaletta, una gradualità, ma alla fin fine la guarigione è sempre istantanea, di questo comincio ad esserne certo.
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