giovedì 30 maggio 2013

Non resistere

Resistance is futile

Non è possibile resistere al dolore, o, meglio, la resistenza al dolore è altro dolore, dolore tra l'altro inutile, perché tanto è impossibile togliere il dolore, una volta che c'è. Resistance is futile.

Allora tanto vale usarlo a nostro vantaggio: il dolore è un po' come il wc net dell'anima, lo si può usare per togliere le vecchie incrostazioni, le convizioni sbagliate, i modi di fare non in linea con il nostro vero sé. Il dolore è un segnale: è il segnale che il mondo ha ragione (il mondo ha sempre ragione) e noi vogliamo combattere qualcosa del mondo.

La soluzione è lasciare quel qualcosa a cui siamo attaccati. Più il dolore è forte più la nostra convinzione è sbagliata, non in linea con quel che siamo. E quindi soffriamo indescrivibilmente. Ma in realtà è tutta una finzione, un segnale, ed anzi è una cosa positiva (se non resistiamo).

La guerra, igiene del mondo. Frase atroce se riferita al mondo, ma perfetta se riferita all'animo. Il dolore è in effetti l'igiene dell'anima. E' solo attraverso il dolore che si comprende ciò che siamo.

E' solo abbracciando il dolore, non resistendo, prendendolo tutto che può fare il suo corso, può agire all'interno. Quindi più c'è, meglio allora.

Vuol dire che la nostra anima è piena di ruggine, di incrostazioni. Ben venga, allora, un po' di igiene, più dolore, più igiene. L'importante è non resistere, ci sono sicuramente gli anestetici: droga, psicofarmaci, alcool, shopping (per le donne!, ma anche gli uomini ogni tanto...) ma perché anestetizzare qualcosa che serve?

Perché togliergli efficacia? Sentiamo dunque il dolore fino in fondo... e poi tireremo lo sciacquone, dopo, più puliti.


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