venerdì 3 maggio 2013

Ama il tuo nemico

La frase è abusata e maleinterpretata nella maggior parte dei casi. E soprattutto viene spiegata male; si dice, infatti, che "amare il nemico è segno di forza" ma non si spiega in realtà bene cosa sia questa forza, e da dove proviene.

In realtà posso trovare due ragioni per amare il nemico. La prima perché semplicemente il passato non esiste e quindi qualunque cosa la mia mente ricordi di aver subito non c'è. La seconda perché, se anche fosse successo, la mia mente proietta un passato che non è reale ma deformato dal mio risentimento.

A questo punto però è anche vero che bisogna dire che il perdono inteso in questo senso non è un perdono cristiano. Io perdono perché non voglio più pensare a quella persona, la voglio cancellare, nel bene e nel male, questo libera me, ma libera anche lei e, magari, liberandosi, potrebbe anche comportarsi in un modo da ribaltare questo passato.

Questo forse è il concetto profondo dell'Ho'ponopono, quello di disattivare il campo di forza negativo che si forma fra due opposte fazioni; questo campo di forza è quello responsabile della percezione sbagliata e questo genera altro malessere, frustrazione, senso di rivalsa.

Naturalmente per fare questo bisogna lavorare su se stessi; ma è possibile che solo una delle due parti lavori?

Quando ti tirano delle pietre non hai il tempo di meditare o lavorare su te stesso. In tempo di grandine non ti metti a passeggiare facendo finta che ci sia il sole. Questi concetti sono utili in un momento di pausa nella guerra, ma nel momento cruciale? Se il tuo nemico attacca ci vuole una risposta immediata! E quale è questa risposta?

Fight or flight. Ma anche scappare lo fa ancora di più arrabbiare. Questo è importante da capire e su questo sembra che la teoria inciampi. Perché dà una visione a lungo termine ma non dà risposte nel breve.


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