lunedì 13 maggio 2013

La vita ti ha perdonato

C'è un sentimento di pace nell'essere perdonati, ma può anche dare un senso di disagio perché sembra che ci si meriti quello che si sta vivendo.

La mente sembra andare su due opposti estremi abbastanza facilmente: in un caso la mente cerca di giustificarsi, di dire: "ma non è stata tutta colpa mia!", nell'altro, però, tende a non pensare di poter essere salvata e quindi ricade in una certa depressione piena di sensi di colpa.

"Tutto è grazia", in realtà, e così come il curato di campagna lo comprende lo può comprendere chiunque, anche non in punto di morte. Se anche tu non ti perdoni, se anche le persone attorno a te sembrano non perdonarti, in realtà la vita ti ha già perdonato, perché, appunto, tutto è grazia.

Basta poco per accorgesene: al mattino gli uccelli cantano anche per te, il sole sorge anche per te, l'aria esiste anche per te. In Hugo il condannato a morte vede questo come una specie di beffa, poiché vede in questo il suo essere escluso dal mondo una condanna, lui è ancora fermo al "perché a me?".

Non dico che non sia importante, anzi, è fondamentale chiedersi "perché a me?", ma la richiesta va fatta con spirito critico, ossia non con l'atteggiamento vittimistico: "Perché a me? Gli altri sono cattivi, non mi hanno capito!", ma con l'atteggiamento aperto che nota come, per tante ragioni, molte fuori dal nostro controllo, ci siamo ficcati in certe situazioni.

La vita però ci ha perdonato, comunque. Questo però non può essere il primo passo, è troppo avanti. Prima vengono altre cose, più semplici.

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