venerdì 12 aprile 2013

Accettazione e rinuncia

La rinuncia a "lottare"... in astratto è una sconfitta. Ma cosa vuol dire rinunciare?

Mi rubano l'auto, rinuncio a lottare? Non faccio neppure una denuncia? Subisco un torto sul lavoro, rinuncio? Chiamo i sindacati? Cerco un risarcimento? Dov'è il confine fra acccettare quel che è successo, volerci mettere una pietra sopra e colludere con il male, rinunciare a far vedere la propria versione dei fatti?

tu ne cede malis, sed contra audentior ito

Sì, certo, non cedere al male, vagli incontro più fortemente... ma poi la frase continua:

quam tua te fortuna sinet

di quanto ti conceda la tua fortuna

Non è solo non cedere, ma affrontare il caso avverso. Non è solo accettazione ma offrire il petto al dolore e andare avanti.

Ma questo è guarire? L'eroe guarisce continunando a lottare contro la fortuna? Ulisse pena dieci anni a tornare a casa. Enea sette. Come può l'eroe guarire? Se il guarire è accettare la sfortuna, il passato... non è andargli incontro un tentare di cambiare il mondo?

Ma il mondo ha ragione... E' un problema aperto.

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