venerdì 26 aprile 2013

Vedi cara

Riconoscere di essere arrabbiati è importante perché solo riconoscendo di esserlo si può lavorare sulla rabbia, altrimenti sembra di essere solo depressi, solo tristi, solo un po' giù mentre si è arrabbiati con tutto il mondo ed anche con se stessi.

La rabbia come sentimento è da studiare meglio, perché apparentemente è un sentimento primario, mentre il sentimento primario è solo uno, l'amore. Tutto il resto è "non-amore" con varie sfumature. Si dice che il contrario dell'amore è la paura, ed il lavoro, un primo lavoro di consapevolezza è nel riconoscere la paura dentro la rabbia.

Quando siamo arrabbiati c'è in fondo la paura che gli altri potrebbero aver ragione, c'è una resistenza ad ammettere la nostra responsabilità nello stato che ci sta causando la rabbia. Pensandoci bene, se il 100% di tutto quello che vedo è opera mia (diretta o indiretta, conscia o inconscia) non ha alcun senso arrabbiarmi con gli altri, visto che sono stato io a mettermi in ogni situazione. D'altra parte non ha senso neppure arrabbiarmi con me, perché non sono io (inteso come ego) ad aver deciso, ma, per il 95%, la parte di me inconscia.

Come diceva Guccini:

"Non rimpiango tutto quello che mi hai dato che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora"

La rabbia dunque è solo una copertura di questa nostra assoluta responsabilità; la paura di riconoscere che la nostra sofferenza è solo una nostra scelta. Ma da dove viene questa paura? Dal fatto che ci aspettiamo una punizione, mentre la punizione è la nostra stessa rabbia, la paura.


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