sabato 27 aprile 2013

Il piano che funziona

Poche cose sono certe di un percorso di guarigione, una, dicevamo tempo fa, è sicura: la guarigione è solitaria. A questo proposito vorrei aggiungere un altro aspetto di questa solitudine.

Non è la solitudine "classica", quella di chi sta senza amici o compagni, no, la solitudine nella guarigione è la solitudine da se stessi perché è se stessi che si deve abbandonare.

"Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?” (Matteo 16,vv. 25-26) 

Questo passo difficile significa a mio avviso proprio questo: la vita che si deve abbandonare è proprio l'ego, l'illusione di essere un corpo separato dagli altri corpi, in lotta per la sopravvivenza. La guarigione passa attraverso il rilascio dell'illusione, o, meglio, dal suo semplice riconoscimento, perché riconoscere un'illusione e non crederci avvengono nello stesso istante.

E c'è ancora un altro aspetto implicito nel suo discorso: solo il suo piano funziona. Tutti i piani costruiti ad hoc da parte dell'ego per conservare la vita falliranno. Non si può guarire attraverso il problema che ha causato la malattia.

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