domenica 28 aprile 2013

Pretendere da Dio

La solitudine dell'essere equivale ad una piena accettazione della situazione presente: e l'accettazione della situazione presente significa accettare la nostra responsabilità nella sua creazione.

Possiamo creare dolore, creiamo dolore inconsapevolmente, dolore per il quale altro dolore viene creato. Non esiste martire perfetto. Non esiste perdono umano assoluto e per guarire fondamentalmente c'è solo un piano, quello divino. E Dio non fa piani: fa solo miracoli.

Arrendersi al piano di Dio significa semplicemente dire: "Sono arrivato qui. Non ce la faccio più, ora tocca a te". Ma il toccare a Dio può solo essere invocato se si apre la porta al fatto che Dio non c'entra nulla con tutto il caos attorno a me.

Non chiedo l'intervento di Dio per sanare un errore di Dio. Sarebbe l'ultima pretesa dell'ego, il piano d'attacco mirabile in cui ci mettiamo al posto di Dio additandolo come responsabile della nostra malattia.

Ma la malattia era nel principio quella di potercela fare da soli, separati da lui. Unirsi all'Uno e guarire è la stessa cosa, perché l'Uno non può essere malato. La malattia è il pensarsi separati. Per alcune persone questo è abbastanza ragionevole, passano una vita tranquilli, senza apparenti scossoni, una bella casa, un buon lavoro, un buon partner, figli, famiglia, un po' di successo, ecc... si può vivere in modo separato abbastanza bene.

Ma per alcune persone questo non funziona; forse è paura, forse sono rancori che uno si porta dall'infanzia, magari (per chi ci crede) da altre vite, debiti karmici da pagare... insomma, si mettono in un guaio dopo l'altro. Causano dolore e sofferenza, costruiscono e distruggono.

Ad un certo punto non ce la fanno più e chiedono l'intervento divino. Non c'è nulla di male, è umano. Ma il problema è appunto in che modo si chiede. L'unico modo sensato di chiedere è quello di prendersi la responsabilità del nostro stato, chiedere scusa a tutti e poi stare fermi.

Aspettare il miracolo? Ma non è un pretendere? Anche questa, l'ultima pretesa. Togliersi quest'ultima speranza. Questo è. Anche senza miracolo. Anche senza Dio. Punto. Rimanere sul proprio essere. E lì centrarsi.


Nessun commento:

Posta un commento