lunedì 1 aprile 2013

Egoismo per guarire

Guarire è un percorso solitario. E' la "via stretta", la via non facile, il percorso spirituale di una persona è costellato di ritorni, di ripensamenti ed è per larga parte solitario. Ma allora? Come si può dire di essere "guariti" se poi si è da soli? Non è una beffa? Viene da pensare che sia meglio tenersi le proprie nevrosi ma stare in mezzo agli altri, godere della compagnia e non essere considerato uno "strano".

Ma c'è quindi un egoismo nel guarire? Curioso, vero? Da una parte si dice che per guarire bisogna perdonare, lasciare andare il passato, dall'altra invece si osserva che per guarire è necessario stimarsi, amarsi, sapere che si può meritare di meglio dalla vita. E quindi sembra che la guarigione sia egoistica, se per "egoismo" si intende un amore per se stesso che non ricade verso gli altri.

Ma c'è un altro tipo di "egoismo", ed è l'egoismo di una persona che sa di lottare per una giusta causa, sa che ciò che sta facendo ha un valore. Anche se non mi piace il termine lotta, abbiamo degli esempi: Gandhi, S. Francesco sono state sicuramente persone egoiste, se con egoismo intendiamo l'essere intimamente convinti della giustizia oggettiva in quel che stanno facendo. Sembra quindi esserci un diverso egoismo, uno di basso livello ed uno di alto, delle anime grandi che sanno di essere nel giusto.

Guarire dunque è convincersi di essere nel giusto? Tutto qui? Ieri avevo detto che il mondo ha ragione, oggi dico che per guarire bisogna essere egoisti. Dove mettere il confine?

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